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Molestie, è reato far suonare troppo il telefono
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La suprema Corte ha stabilito che vivere nell’incubo che il telefono torni a squillare, nel timore che dall’altro lato della cornetta ci sia un maniaco, tanto da temere per la propria incolumità e arrivare persino a cambiare le proprie abitudini di vita, fa scattare la condanna penale per il persecutore.
Così si è espressa la suprema corte con la sentenza n. 9962 del 9 marzo 2015.
Nel caso di specie, la condanna è derivata dal comportamento ossessivo di un uomo che era arrivato a far squillare a vuoto, più volte nel giorno e nella notte, il cellulare della vittima. Decisivi, in questo caso, i tabulati telefonici, acquisiti tempestivamente, con cui è possibile rintracciare il maniaco della cornetta.
I tabulati, con gli squilli non risposti sono disponibili però solo per gli inquirenti e per un periodi di 30 gg oltre i quali le telco cancellano le telefonate senza rispsota. Esistono anche altri mezzi utilizzabili tramite il web, per recuperare il numero di telefono di chi fa chiamate anonime :Whooming un App per iOs, e Android
Legge cyberbullismo: "non è di per se un reato"!!!!!
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E' indirittura di arrivo la legge sul cyberbullismo, tratto da Key4biz http://www.key4biz.it/ddl-cyberbullismo/
"È stato approvato ieri all’unanimità, in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, il Ddl 1261 ‘Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.’
Al disegno di legge toccherà ora passare l’esame dell’aula. Ma per la senatrice Elena Ferrara (Pd), prima firmataria del testo, l’approvazione all’unanimità di ieri è già stato un grande risultato anche se tende a sottolineare che “è una legge non sanzionatoria, che non criminalizza il web, ma definisce il fenomeno del cyber bullismo che non è di per se un reato, anche se tali atteggiamenti si configurano in caso di stalking, minacce, diffamazione, molestie, diffusione materiale pedo-pornografico, furto d’identità, che invece sono perseguibili anche penalmente”.
Il disegno di legge quindi prevede la rimozione di contenuti offensivi dalla rete e social entro le 24 ore dal momento in cui è stato segnalato (ndr. l’indicazione potrà arrivare dagli utenti dai 14 anni in su, al di sotto di questa età sarà necessario il coinvolgimento di un genitore). Nel caso non ci fosse stata alcuna rimozione di contenuti entro il tempo stabilito, l’interessato può fare un reclamo/segnalazione al Garante della protezione dei dati personali, che entro 48 ore dal ricevimento della richiesta provvederà a operare secondo legge."
Se questo è il provvedimento definitivo pone due questionei importanti.
la prima è che il cyberbullismo, anche se formalmente è uno stalking, non si configura come reato. Il legislatore lascia il campo dell'impunità ai cyberbulli. Se la legge può talvolta avere un fine di responsabilizzare ed educare al rispetto delle regole questo si è completamente dicmenticato.
Dopodichè c'è una questione da non sottovalutare: la rimozione dei contenuti rimuove l'ipotesi di reato di stalking (visto che non esisterebbe il reato di cyberbullismo); si rischia alla fine di fare il gioco del cyberfbullo che metodicamente pubblica contenuti offensivi e a richiesa li rimuove; una sorta di amplificazione del bullismo.
Mi auguro che ci sia una profonda e attenta riflessione sull'impatto che queste nuove regole avrebbero, queste sono leggi che fanno carta non aiutano la società civile.
Personalmente consiglio sempre in questi casi di cristallizzare le prove digitalei e monitorare l'attività del bullo per procedere prima alla denuncia presso la postale e poi anche ad una causa di risarcimento. Si perchè quello che le persone oggi percepiscono non è tanto la condanna penale quanto la "pecunia" che sono costretti a risarcire. E' spesso più rieducativa questa dei tanti servizi sociali fatti per compiacere gli adulti.
Due utenti su tre si imbattono in contenuti non adatti a minori
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I giovani, e fra questi tanti minori, sono fra i maggiori "divoratori" di Internet e per questo è assolutamente preoccupante il risultato dello studio condotto da kaspersky secondo cui 2 utenti su 3 trovano in Internet contenuti pornografici non certo adatti ad un pubblico minore.
Il (59,5%) degli utenti incontrato pornografia; più di un quarto (26,6%) è atterrato o dirottato su siti web dedicati al gioco d'azzardo; un utente su cinque si imbatte in siti che trattano di armi; e quasi lo stesso numero in siti in cui si usa un linguaggio linguaggio forte al limite dell'oltraggioso.
Si sono sdoganati facilmente troppi tabùi? o ancor pegggi abbiamo consegnato le chiavi di Internet ai minori senza educarli ad un uso corretto e consapevole? Questo naturalmente senza trascurare la responsabilità dei content provider la cui azione è solo animata dal business e non dat temi etici.
Il rapporto è consultabile sul sito http://www.kaspersky.com/about/news/business/2015/Two-thirds-of-Users-Encountered-Content-Dangerous-to-Children-on-the-Internet-in-2014